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giovedì 22 ottobre 2015

Raniero Iafanti Scrittore "Trapezista"

Raniero Iafanti Scrittore

"Trapezista"

Trapezista da una vita, 
percorro e sfido ogni sera quella fune. 
Nell'attonito sgomento di altri, apro la scena. 
Stasera non so, qualcosa è cambiato,
mi han già presentato, 
il tempo è scaduto, è giunto il momento: 
sul tondo di sabbia si abbassan le luci. 
Inquieto il silenzio mi avvolge, m'avvio alla scala.
Mi acceca e mi segue quel faro, 
sole e luna solo per me. 
Gradini infiniti per giunger alle stelle, 
i piedi e le mani avanzano piano. 
Lo sento son sopra, su quella pedana, 
stasera non so, qualcosa è cambiato. 
Occhi di falco, che cercano inquieti, 
è troppo distante la meta.
Un cielo di tela, corre lontano lo sguardo.
Dall'alto al basso, a destra, a sinistra, 
solo una notte da padroneggiare. 
Va forte il mio cuore, il fiato si strozza e si accorcia. 
Stacco le mani. Vacillo e poi tremo, 
in quell'equilibrio che cerco e non trovo, 
senza sapere se voglio o non voglio. 
I piedi alla fune, inizia la danza spavalda.
Un passo e poi un'altro, si chiudono gli occhi.
Fa male la corda, è meglio volare, 
staccare la presa e lasciare. 
Se non ci fosse la rete, son certo avrei chiuso il mio volo.
È meglio, ch'è più dolce, del circo d'amare illusioni, 
lo giuro, la morte. 
Mai fermar lo spettacolo: 
va avanti lo scempio, ma senza di me.






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