Strisciando sui margini
di parole inventate
ho strofinato il cuore
e lucidato l’anima.
Ho percorso il tempo
fingendo di vivere
mentre intorno
sbocciavano fiori
che non potevo cogliere.
La vita scivolava
come cera sul marmo
e le mie antiche pene,
come il muschio sugli scogli,
si aggrappavano alla mente.
Sempre in cerca dell’orizzonte
per affondare col tramonto
negli abissi delle sirene,
ho provato ad asciugare
l’umidità dalle guance
ed a sorridere nel vento.
Ma, sotto un cielo mai sereno,
il mio destino si nascondeva,
cercava rifugio nel silenzio
che copriva anche le stelle
quando di notte provavo a fuggire
dal buio dei miei pensieri.
E, correndo nel vuoto,
lasciato libero dai racconti
di una vita mai iniziata,
fingevo di liberarmi
di un passato senza presente.
Maria Clotilde Cundari
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