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giovedì 19 dicembre 2013

I RE MAGI Gabriele D'Annunzio


I RE MAGI


di Gabriele D'Annunzio


La notte era senza luna;


ma tutta la campagna risplendeva


di una luce bianca e uguale come il plenilunio,


 poiché il Divino era nato;


dalla campagna lontana i raggi si diffondevano....



Il Bambino Gesù rideva teneramente,


 tenendo le braccia aperte verso l'alto,


come in atto di adorazione;


 e l'asino e il bue lo riscaldavano col loro fiato,


 che fumava nell'aria gelida.



La Madonna e San Giuseppe


di tratto in tratto si scuotevano


dalla contemplazione,


e si chinavano per baciare il figliolo.



Vennero i pastori, dal piano e dal monte,


portando i doni e vennero anche i Re Magi.


 Erano tre:


 il Re Vecchio, il Re Giovane e il Re Moro.



Come giunse la lieta novella della natività di Gesù si adunarono.



E uno disse:



 È nato un altro Re. Vogliamo andare a visitarlo ?



Andiamo - risposero gli altri due.



Ma con quali doni?



Con oro, incenso e mirra.



Nel viaggio i Re Magi discutevano


animatamente, perché non potevano ancora stabilire chi,


 per primo, dovesse offrire il dono.



Primo voleva essere chi portava l'oro. E diceva:


 L'oro è più prezioso dell'incenso e della mirra;


dunque io debbo essere il primo donatore.



Gli altri due alla fine cedettero.


 Quando entrarono nella capanna,


 il primo a farsi innanzi fu dunque il Re con l'oro.



Si inginocchiò ai piedi del bambino;


e accanto a lui si inginocchiarono i due con l'incensi e la mirra.



Gesù mise la sua piccoletta mano


 sul capo del Re che gli offerse l'oro,


quasi volesse abbassarne la superbia.


 Rifiutò l'oro;


soltanto prese l'incenso e la mirra, dicendo:


 L'oro non è per me!






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