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Le poesie di Salvatore Monetti

Un angelo, 
un demone, 
la notte s’accende 
tra faville innumerevoli, 
sul mio guanciale 
sento…
il fragore del vuoto. 
Lei… 
s’accosta al capezzale 
con passo leggero. 
Resto immobile, 
mentre le mie mani tremanti
ritrovano i gesti 
d’una volta… 
con istinto infallibile 
sfioro i tuoi fianchi… 
lisci… 
duri… 
simili ad un cartiglio sacro... 
rinnovando in me 
il mistero del desiderio… 
la mia ansia 
simile ad un tizzone ardente,
s’invola… 
nel turbine dell’anima… 
Sento le tue ginocchia …
si piegano… 
nel buio più intenso… 
il tuo corpo inseguo 
con tanta passione… 
e… 
intraveduto desiderio. 
Oh donna! 
Mistica e pura, 
la tua carne 
diventa verbo 
e il tuo spirito materia…
Ti dono 
il mio essere… 
come offerta ad un dio severo, 
attento, sagace… 
senza misura, 
raccolgo come un profeta impazzito… 
il vento del deserto… 
trasmutato in apice di purità… 
e in un gioco fatale di ore… 
mi doni la bella sorte,
degna di un uomo divino.

Salvatore Monetti










M’addormento
dopo tanto tempo
che non sognavo più.
Un sogno d’amore…
Avverto ancora il profumo della tua carne
nuda e sensuale,
una carne senza volto.
Tu su di me
ed io sottomesso e invaso nella mia intimità,
risucchiato come da una pianta mangiacarne,
bevuto dalle valve delle tue labbra,
Febbricitante corolla che sfiorisci e fiorisci dentro me…
senza fine
e….
dopo il piacere non è facile 
trovare a tentoni i tuoi occhi desti solo a metà.
Emenuense di me stesso,
quanti ricordi, quante verità
origliano come un prete in cerca del peccato.
Mai saprò
quante volte hanno scricchiolato nella notte 
volontà e desiderio,
ma ormai è fatta
riprenderò sonno, forse…
mentre ombre conosciute attraversano il corridoio,
perse in un foglio stropicciato dal tempo e dal desiderio
e, mi chiedo se interpretare la cecità di un veggente 
o seguire le maree dell’oceano 
che fanno impazzire le bussole? 

Salvatore Monetti













 Si smorzano gli estremi riflessi del giorno,
come un diamante su una pagina infinita,
tra il respiro del mare
e un desiderio che non dà tregua
a questo cuore in fiamme



Salvatore Monetti









Si turba 
la notte…
a veder le tue labbra,
dolci…
mentre il vento, 
tra le verdi foglie,
nasconde… 
il mio sguardo 
serrato… 
desideroso…
di respirare… 
l’invisibile forza
di una confessione, 
appena fatta…
goduta… 
di un tempo avvinto, 
dove, all’unisono 
i nostri baci…
increspavano… 
a malapena…
i confini… 
di una risacca eterna…

Salvatore Monetti






 Ti guardavo…
fissavi il mare…
adagiata su uno scoglio… 
m’avvicinai toccando il tuo ventre…
caldo…
come il sole ad agosto
e tra sonno ed oblio
giocavo con la tua carne
buona e calma.
I tuoi seni completavano 
la sapienza del tuo corpo
aspettando la mia mano
che accarezzasse il tuo viso…
segnato dal tempo…
pigro…
come il sangue di un vecchio…
ma tu…
donna complicata e unica
cantasti al mare il tuo dolore…
mentre il sole scivolava sull’ultimo scoglio…
un’onda bagnò la tua anima
e senza aspettare la luna 
che mi salutasse
ti spogliai 
e nuda t’amai.

Salvatore Monetti














Sogno un volo di uccelli dorati 
nella luce fresca dell’alba,  
liberi, di bramare il cielo,
le nuvole, il vento, i primi raggi di sole
e il sogno trova la sua realtà.
Un brivido scivola lungo le pareti dell’anima,
il sole sorge in taciturni desideri,
il tuo sguardo m’imprigiona, 
il tuo amore colma il mio vuoto,
le tue braccia m’avvolgono tra candide stelle,
mi rifletto nella tua essenza
e nel quieto spirito m’immergo
aspettando che il sole alto si levi 
e allora, consegnerò i sogni al vento 
lasciandoli annegare nel tuo respiro.
Salvatore Monetti












 Si turba 
la notte…
a veder le tue labbra,
dolci…
mentre il vento, 
tra le verdi foglie,
nasconde… 
il mio sguardo 
serrato… 
desideroso…
di respirare… 
l’invisibile forza
di una confessione, 
appena fatta…
goduta… 
di un tempo avvinto, 
dove, all’unisono 
i nostri baci…
increspavano… 
a malapena…
i confini… 
di una risacca eterna…

Salvatore Monetti














La tua storia…
La mia poesia… 
Due mondi differenti
che si dirigono
oltre il Nuovo…
oltrepassando i limiti ontologici
verso un destino 
trasgressore dell’essere.
Il Nuovo…
sempre sognato con nostalgia
tanto da produrre ambiguità, 
contraddizioni, sovrapposizioni,
coni d’ombra. 
In questo incipiente di oscurità
risalta lo splendore del tuo viso
e l’alba sopraggiunge attraverso la memoria
volgendo la prua verso l’ovest geografico…
e… 
quel che rimane
è questa voglia di sensi
che sopravvivono alla coscienza
come ultima soglia
tra il vivere e il morire.

Salvatore Monetti















Ritorno accanto a te…
curioso ...
osservo le tue spalle seminude.
Salgo verso la prua delle tue costole
ma, un brivido mi blocca
senza possibilità di andare oltre,
un nodo mi serra la gola
il palato pulsa…
Sogno?
Oppure la visione è così dolce 
che striscia perpendicolare
al sangue che fluisce nelle vene?
Mi giro dal lato opposto,
Ma… con gran sussulto 
la tua gamba fuoriesce 
dalle lenzuola di seta blu.
Sento ardere il demone del tumulto
dentro me…
con una forza rovente 
quell’antica pietra trionfale
stride, scavalca, s’impenna,
si fa voce…
e… 
come l’angoscia di una nuova nascita
urla e si torce 
generando il suo destino.

Salvatore Monetti








Il silenzio è così perfetto 
che odo il suo trascinarsi
tra le linee verticali della mia stanza.
Il mio spirito interpreta i tuoi segni
che si serrano tra le lenzuola di lino
e ondulate sensazioni…
La mente si turba… 
il cuor si agita…
La tua pelle avorio s’incastra 
tra i raggi di una luna ruffiana…
sorgono le tue mani…
come una reliquia venerea
le bacio...
riempiendo quel sentimento
di cose carnali che palpitano e respirano…
Il petto si scava ad ogni tua carezza…
Parli alla mia poesia
aspergendo acqua benedetta
sopra i larghi occhi blu…
Le palpebre si abbassano
e le lacrime riempiono
la coppa di cristallo torrida e acuta
come la rapidità dei tuoi momenti.

Salvatore Monetti














Donna è donarsi 
perché taglia il dolore in briciole di poesie, 
rendendo la parola eterna, 
il cuore fragile, sincero, 
umano ciò che fissa, 
immortale ciò che tocca, 
rende lieve il vento come le sue carezze, 
tenero, come i suoi amori 
e... quando t’accarezza l’anima 
comprendi che sei un bimbo in cerca di sogni,
quei sogni, che fanno spuntare gemme di colori 
dove il gelo ha spento l’ultimo sorriso.

Buon 8 marzo  da Salvatore Monetti











Vorrei lasciarmi andare, passeggiare con te,
 attraversare le strade e infilarci in vicoli infiniti, 
dove il tramonto non vede il suo orizzonte, 
anche quando il cielo è terso. 
Lasciare i fantasmi del passato, 
volare sopra le cupole di chiese diroccate e sfiorar le persone colme di inquietudini.
 Andare con te, vicino al mare, dove la musica si confonde con lo sciabordio delle onde.
 Con la candida innocenza dei bambini guarderemo una nuova eclissi e miriadi di stelle.
 Io e te… saremo gioia e luce per chi ci invidia e ci maledice.
 Ma tu, orgogliosa e fiera, osservi il cielo che saluta l’estremo sole e… lentamente ti allontani, 
guardando vetrine e ricami in seta,
 senza pensare al domani, perché né la musica, né gli occhi della gente,
 ti sviano dal tuo mattino,
 che come una spada i primi raggi di sole trafiggera' il mio cuore… ed io… sarò tuo…
  Salvatore Monetti                                                                                                        










Se il giorno avesse il colore dei tuoi occhi 
e il mio desiderio conoscesse il tuo pensiero 
sarebbe come navigar tra onde leggere e  bianche rose con steli innocenti.
 Ma, se il tuo desiderio è di esser vento, 
io ti lascerò volare fino
 a toccar le ali del ricordo... quel ricordo dove noi
 per un attimo ci siamo sfiorati senza cercarci.

 Salvatore Monetti











(Parafrasando Italo Calvino - Gli amori difficili)

Potremmo essere in giro a passeggiare in una città qualsiasi,
 fianco a fianco, quasi sfiorandoci, 
dovrei accorgermi del tuo sorriso allegro.
 I tuoi sorrisi, a me piacciono, perché li sai accogliere,
 li sai adottare, li sai donare. 
Faccio pensieri e desidero cose vere.
 Non importa da dove veniamo e come ci chiamino,
 so soltanto che dopo un po’ di tempo,
 riuscirei a colmare quei silenzi e condurti in quel giardino magico,
 quasi surreale, dove la notte non conosce il dolore,
 ma solo amore, desiderio, passione, tenerezza. 
Sono un pessimo romantico, lo ammetto.
 È per questo che non sono riuscito a  farti innamorare. 
Lo so che è così.
 Ho immaginato che potessi bastare io,
 con i miei modi usuali e l’aria spavalda.
 Fintamente sicura. 
Ma dovevo provare, almeno una volta a sfiorar le tue labbra senza offenderle.
 Ho desiderato.
 Dovevo.
 Era una possibilità, capisci?
 Come posso metterla via, dimenticarla.
 Forse non è il momento.
 Forse io e te abbiamo un altro tempo, un’altra vita,
 oltre la vita. 
Sono sicuro che con qualche giorno, in più,
 ti avrei portato via con me.
 È un’idea invasiva e sotterranea, che si inabissa,
 o si svela come un sibilo fluttuante e sinuoso.
 A me succede questo: non sono riuscito a far finta di niente,
 non volevo e non voglio.
 Adesso,
 non posso far altro che cercare di portarti con me,
 dal profondo, non per egoismo, ma per amore, anche se è rischioso.
 Anche se tu non vuoi, anche se la tua felicità non dipende da me,
 non posso fare a meno di chiedertelo di nuovo.
 Solo per essere sicuro.
Verresti?

Salvatore Monetti














Alzati... amica mia tra le note del desiderio... Alzati...
  senz'essere e senza sapere e vai alla torre d'avorio...
  Ti aspetterò come un sorso di vita... 
come una primula a primavera.... 
 come un infante desideroso di godere del tuo sorriso.
 Alzati..... e il mattino ci donerà la gioia di unirci in volo senza domani... 
Solo un eterno e indelebile momento.

Salvatoremonetti















La sera…

lentamente 
spegne le parole
che s’involano
in un vicolo dimenticato…
ed io… 
natante solitario
mi volgo alla meta ambita… 
Ali tinteggiate 
ridisegnano nell’anima
stagioni passate, 
mutando la sofferenza 
in un brioso desiderio …
A mani nude 
accarezzo il suo riflesso
valicando le rovine del tempo…
Troppe vite monche 
e senza senso
in questo mondo 
apparentemente pieno,
ma… falsamente vuoto.
Riscrivo la mia storia 
su campi primaverili 
dove gli incavi delle mie mancanze
si colmano di una primula
sopravvissuta agli squarci della notte.
Salvatore Monetti
















L’onda vitale




Ti cerco, 

nella velata solitudine
tra folate di vento
e giorni tersi,
tra notti insonni permeate di speranza,
confuso,
tra ombre squarciate d’illusioni
ti reclamo, 
Anima mia,
cerca tra le stelle 
la più lucente
affinché illumini 
questa notte senza luna.











Desiderandoti




…ci mescoleremo allo spazio…

prendimi, tienimi, 
non ti lascio, bruceremo…
tanto forte 
come se squarciassimo il sole… 
sempre avremo negli occhi quel sentiero
dove la fonte si mescola 
in quell’abbraccio profondo 
che colora le parole 

adagiate sul letto del desiderio.












Parole


Non so parlare,
non ho mai comunicato,
ho sempre scritto parole,
parole, parole e ancora parole
che nascono nello spirito e solcano 
le profonde ferite dell’inconscio,
si insinuano nella mente
e dicono in una sequenza irregolare, scomposta, 
interminabili parole di sofferenza, dolore, tormento, 
meglio se fossero state soffocate nel grembo di mia madre 
che raccontarle in storie che costantemente si ripetono 
fino a quando la marea porterà a largo 
ogni frammento di memoria
per riscriverle su giunchi alla deriva…
Non so parlare, non so dialogare,
mi spingo tra sepolcri imbiancati e tende squarciate, 
osservo la vita seguendo la rotta 
che perdo continuamente
e scrivo cose che mai direi, ma sempre sognate.
Scrivo parole, scritte piano, 
per intagliare una felicità che non vola
e continuano a vibrare nel silenzio, 
nervose, inquiete, flebili,
recidendo le stelle e l’irritabile vento invernale.
Scrivo parole, stanche, sempre uguali, 
come la notte che avanza
e nel petto s’accende una tenue speranza.




Parole che si intrecciano tra rami solitari
e s’inerpicano su muri scoscesi 
dimenticano i percorsi dell’anima.



















Dammi la mano…
lasciati andare…
lasciati sfiorare e ama…
come un fiore ama la primavera…
come una spiga di grano cullata del maestrale…
come una rosa in un letto di miele…
come un passero che sverna da un inverno amaro…
Così ancora una volta
l'amore spensierato…
passionale… l'amore vicino… 
quello che ci costringe a oltrepassare l’esigua linea del limite…
sarà tenero… lieve… luminoso… pudico…
innocente…
goduto fino all’alba…
scavato in una solitudine
che più non ci appartiene
perché ha deposto i semi…
ha estirpato le erbacce…
e il finito ha lasciato l’alba all’Infinito.
Salvatore Monetti












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